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Quali sono le classi funzionali, i livelli dimensionali e gli ambiti territoriali degli istituti di vigilanza?

Gli istituti di vigilanza privata, secondo l'art. 2 del Decreto 1° dicembre 2010, n. 269, sono classificati in base a tre principali criteri: classi funzionali, livelli dimensionali e ambiti territoriali. Questi criteri definiscono le attività che l'istituto può svolgere, la dimensione del personale impiegato e l'area geografica in cui può operare. Di seguito sono elencate le classificazioni previste:


a) classi funzionali:

- classe A: attività di vigilanza (anche con utilizzo di unità cinofile) di tipo: ispettiva, fissa, antirapina, antitaccheggio. Altri servizi regolati da leggi speciali o decreti ministeriali;
- classe B: ricezione e gestione di segnali provenienti da sistemi di televigilanza e telesorveglianza. Gestione degli interventi su allarme;
- classe C: servizi regolati da leggi speciali o decreti ministeriali svolti da personale diverso dalle guardie giurate;
- classe D: servizi di trasporto e scorta valori, incluso prelevamento e caricamento di valori da mezzi di custodia e distribuzione;
- classe E: servizi di custodia e deposito valori;



b) livelli dimensionali:

- livello 1: servizi che comportano un impiego di guardie giurate non inferiore a 6 e non superiore a 25;
- livello 2: servizi che comportano un impiego di guardie giurate non inferiore a 26 e non superiore a 50;
- livello 3: servizi che comportano un impiego di guardie giurate non inferiore a 51 e non superiore a 100;
- livello 4: servizi che comportano un impiego di guardie giurate superiore a 100.



c) ambiti territoriali (individuati con riferimento alle tabelle ISTAT sulla popolazione residente):

- ambito 1: istituti che intendono operare uno o più servizi di cui alle classi individuate alla precedente lettera a), in un unico territorio provinciale o parte di esso, a condizione che questa parte sia definita da confini coincidenti con l’intero territorio di un comune, con popolazione sino a 300.000 abitanti;
- ambito 2: istituti che intendono operare uno o più servizi di cui alle classi individuate alla precedente lettera a), in un unico territorio provinciale con popolazione superiore a 300.000 abitanti;
- ambito 3: istituti che intendono operare uno o più servizi di cui alle classi individuate alla precedente lettera a), in territorio ultraprovinciale, a condizione che sia definito da confini coincidenti almeno con l’intero territorio di un comune, con popolazione sino a 3 milioni di abitanti;
- ambito 4: istituti che intendono operare uno o più servizi di cui alle classi individuate alla precedente lettera a), in territorio ultraprovinciale, a condizione che sia definito da confini provinciali e/o regionali, con popolazione oltre i 3 milioni di abitanti e sino a 15 milioni di abitanti;
- ambito 5: istituti che intendono operare uno o più servizi di cui alle classi individuate alla precedente lettera a), in territorio ultraprovinciale, a condizione che sia definito da confini provinciali e/o regionali, con popolazione oltre i 15 milioni di abitanti.

Per gli istituti che intendono operare nell’ambito di più classi funzionali di attività si applicano le caratteristiche minime ed i requisiti minimi previsti per ciascuna classe; il livello dimensionale dovrà essere graduato in relazione ai requisiti minimi richiesti per ciascuna classe funzionale e dell’ambito territoriale.


Su RCPolizza.it parliamo di classi funzionali, livelli dimensionali e ambiti territoriali nella pagina Assicurazione Istituti di Vigilanza e nella pagina Cauzioni Istituti di Vigilanza.


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